dsc0553
logodolomitifun
logodolomitifun

DOLOMITI FUN

DOLOMITI FUN

MENU

MENU

​CONTATTI

​CONTATTI

DOLOMITI FUN

info@montagna.es

 

+39 0427 878029 
Cell. 3333866363

DOLOMITI FUN

info@montagna.es

 

+39 0427 878029 
Cell. 3333866363

Siamo i Montanari Immaginari, moderni e saggi custodi delle Dolomiti Friulane, venite a trovarci e potrete scoprire i nostri segreti.

Siamo i Montanari Immaginari, moderni e saggi custodi delle Dolomiti Friulane, venite a trovarci e potrete scoprire i nostri segreti.

DOVE SIAMO

Il Miramonti Sport Hotel e la Valcellina

www.dolomitifun.it @ All Right Reserved 2021 | Sito web realizzato da Flazio Experience ​


facebook

www.dolomitifun.it @ All Right Reserved 2021 | Sito web realizzato da Flazio Experience ​


facebook

L'Hotel si trova a Claut, in provincia di Pordenone, Friuli Venezia Giulia, all' estremo Nord Est Italiano.

down-arrow10
dsc01492
dsc0252dsc0014img2215

DOVE SIAMO

La Valcellina

Si trova in Friuli Venezia Giulia, una piccola valle incantata che, data la propria conformazione, è rimasta quasi immutata nei secoli. Qui il grado di Wilderness è molto elevato, l’antropizzazione è molto bassa con un territorio immenso, difficile trovare persone lungo i sentieri. Gran parte della zona fa parte del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e da qualche anno è anche diventata Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riconoscimenti che inevitabilmente confermano la bellezza di questi luoghi. All’ interno della valle troviamo anche la Riserva Naturale del Cellina e la Foresta Regionale del Prescudin, il Lago di Barcis ed il Lago di Vajont, luoghi che compongono un’atmosfera naturale ed armoniosa.
I comuni che la compongono sono Erto e Casso, Cimolais, Claut, Barcis ed Andreis, piccoli centri abitati con poche centinaia di abitanti, tutti i valligiani si conoscono anche se parlano dialetti molto diversi tra loro, 6 borghi e 6 dialetti diversi.

Negli ultimi anni, la Valcellina ha saputo rinnovarsi e trovare la giusta strada verso un turismo di nicchia, esistono diverse proposte per una vacanza in questa valle, da un pernottamento in rifugio in quota o in un comodo albergo in paese, da una cenetta romantica ad un pranzo al sacco durante un’escursione, dalla giornata passata con la E Bike al bagno nel nostri limpidi torrenti, dal pernottamento in una casa sull’ albero ad una ferrata su una delle nostre Dolomiti Friulane.

DOVE SIAMO

vajont-20945681920

La diga del Vajont

Di tipo a doppio arco, lo sbarramento è alto 261,60 m e nel 2019, a quasi 60 anni dalla costruzione, è ancora la settima diga più alta del mondo (la quinta ad arco), con un volume di 360 000 m³ e con un bacino di 168,715 milioni di metri cubi.

All'epoca della sua costruzione era la diga più alta al mondo e, come per il Titanic, si trattava di un progetto estremamente ambizioso, mai osato prima. Lo scopo della diga era di fungere da serbatoio idrico di regolazione stagionale per le acque del fiume Piave, del torrente Maè e del torrente Boite, che precedentemente andavano direttamente al bacino della Val Gallina, che alimentava la grande centrale di Soverzene.
 

img2213

Le acque, sottratte al loro corso naturale, venivano così incanalate dalla diga di Pieve di Cadore (fiume Piave), da quella di Pontesei (torrente Maè) e da quella di Valle di Cadore (torrente Boite) al bacino del Vajont tramite chilometri di tubazioni in cemento armato vibrato e spettacolari ponti-tubo.
In questo sistema di "vasi comunicanti", le differenze di quota tra bacino e bacino venivano usate per produrre energia tramite piccole centrali idroelettriche, come quella del Colombèr, ricavata in caverna ai piedi della diga del Vajont, e quella della Gardona, nei pressi di Castellavazzo (proveniente dal bacino di Pontesei, in Val di Zoldo). Le acque scaricate dalla centrale di Soverzene venivano poi condotte, in parte al Piave, e il restante tramite un canale artificiale, al Lago di S.Croce, quindi alle centrali del Fadalto, nella Val Lapisina e alle tre finali: nei comuni di Cappella Maggiore, Caneva e Sacile. Il sistema, noto come "Grande Vajont", era concepito per sfruttare al massimo tutte le acque ed i salti disponibili del fiume Piave e dei suoi affluenti, di cui il bacino del Vajont era il cuore. Esso venne presto compromesso prima dalla frana del lago di Pontesei e poi dalla frana che causò il disastro del Vajont.
Il bacino della diga viene mantenuto quasi completamente vuoto per motivi di sicurezza.

dsc0149

DOVE SIAMO

Parco Naturale delle Dolomiti Friuliane

logo1

Il Parco Naturale Regionale  delle Dolomiti Friulane è stato creato con Legge Regionale della Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia n. 42 del 30 settembre 1996 per preservare e valorizzare il patrimonio geologico naturalistico del sistema. Il Parco è inserito nel comprensorio montano soprastante l’alta pianura friulano – veneta.

L’area protetta si estende dalla provincia di Pordenone a quella di Udine ed abbraccia la Valcellina (Comuni di Andreis, Cimolais, Claut, Erto e Casso), l’Alta Valle del Tagliamento (Comuni di Forni di Sopra, Forni di Sotto) ed i territori confluenti verso la Val Tramontina (Comuni di Frisanco e Tramonti di Sopra).
Nelle vicinanze si trova anche la Riserva Naturale Regionale Forra del Cellina (304 ettari), gestita dall’Ente Parco stesso.
Al suo interno si trovano le più importanti cime del Sistema 4 UNESCO: Duranno, Cima Preti, Monfalconi e Cridola. I patrimoni floristico e faunistico sono notevoli: spicca la presenza dell’aquila reale, animale che nidifica solo in ambienti dall’elevatissimo grado di naturalità

I comuni che la compongono sono Erto e Casso, Cimolais, Claut, Barcis ed Andreis, piccoli centri abitati con poche centinaia di abitanti, tutti i valligiani si conoscono anche se parlano dialetti molto diversi tra loro, 6 borghi e 6 dialetti diversi.

dsc0257dsc0301dsc0246

Il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane è un vero e proprio paradiso per l’escursionismo di tipo naturalistico ed il trekking; attività garantite da un’adeguata rete di sentieri e da numerose strutture d’appoggio (casere – ricoveri, bivacchi).
Il territorio, considerato di grande interesse geologico, ambientale e naturalistico, è caratterizzato da un alto grado di wilderness, particolarmente percettibile grazie all’assenza di strade di comunicazione (sono presenti solo alcune vie di penetrazione in fondovalle e piste di servizio non collegate tra le grandi vallate) e difficilmente riscontrabile, per estensione, in altre zone dell’arco alpino. La catena dei Monfalconi con il Campanile di Val Montanaia, le praterie di alta quota di “Canpuros”, i pascoli di malga Senons e la solitudine dei Canali di Meduna, ne fanno un ambiente unico. Collegata al Parco vi è inoltre la vicina Riserva Naturale Forra del Cellina, significativa e spettacolare incisione che il Torrente Cellina ha scavato negli strati calcarei fra Barcis, Andreis e Montereale Valcellina prima del suo sbocco nell’alta pianura friulana.

img4882

La geomorfologia di questi monti rivela una notevole e continua evoluzione del territorio testimoniata dalla presenza di faglie, sovrascorrimenti e fratture che si contrappongono a morene e piramidi di terra determinate dall’escavazione e dal deposito di antichi ghiacciai; guglie e torrioni dolomitici (il Campanile di Val Montanaia), nonché stratificazioni rocciose dalle svariate  caratteristiche (i libri di San Daniele) indicano inoltre un’intensa erosione alpina.

dsc0214
roman-nguyen-a2f1ga1w00e-unsplash

LE DOLOMITI DAL 2009

Patrimonio dell'UNESCO

unescologo

Il ‘World Heritage Committee’ ha ufficialmente inserito le Dolomiti nella lista del  Patrimonio Universale dell’Umanita’ Unesco dall’anno 2009.

Un bene che ci appartiene quindi.

Le Dolomiti, un parco che appartiene a tutti

Ed appartiene a tutti: a chi sulle Dolomiti ci è nato, a chi le frequenta come meta di vacanza, a chi le conosce dai libri, dalle riviste, dal cinema e dalla televisione, a chi ne ha anche solo sentito parlare o le ha studiate nelle loro caratteristiche geologiche, geomorfologiche, naturalistiche, paesaggistiche, culturali, sportive, sociali, economiche…
La decisione sulla candidatura presentata dallo stato italiano e’ stata presa all’unanimita’ dai 21 membri della commissione Unesco, riunita a Siviglia. Alla proclamazione ha assistito la delegazione italiana guidata dall’ambasciatore all’Unesco Giuseppe Moscato e dal ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo. In sala anche esponenti delle realta’ territoriali che l’hanno sostenuta.

image8

DOVE SIAMO

Patrimonio da 231 Mila ettari di vette

Nove gruppi dolomitici per un’ estensione complessiva di 142 mila ettari, cui si aggiungono altri 85 mila ettari di ‘aree cuscinetto’, per un totale di 231 mila ettari, suddivisi tra le province di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone ed Udine: questo il nuovo patrimonio dell’ Umanita’ sancito dall’Unesco il 27 Giugno a Siviglia.

Fanno parte il gruppo formato da Pelmo e Croda da Lago, situati in Veneto, tra Cadore, Zoldano e Ampezzano; del massiccio della Marmolada, posto fra Trentino e Veneto e comprendente la cima piu’ alta delle Dolomiti (3.343 metri) e il ghiacciaio piu’ significativo; il gruppo formato dalle Pale di San Martino, Pale di San Lucano e Dolomiti Bellunesi, per lo piu’ in territorio veneto ma anche trentino; il gruppo formato dalle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, le piu’ orientali, suddivise fra le province friulane di Pordenone e Udine (Sistema 4); le Dolomiti Settentrionali, situate fra Alto Adige e Veneto e comprendenti i frastagliati Cadini, le candide Dolomiti di Sesto, le austere Dolomiti d’Ampezzo, le lunari Dolomiti di Fanes, Senes e Braies; il gruppo Puez-Odle, tutto in territorio altoatesino, oggi splendido parco naturale; il gruppo formato dallo Sciliar, dal Catinaccio e dal Latemar, a cavallo fra Alto Adige e Trentino; le Dolomiti di Brenta, le piu’ occidentali, dove vive ancora l’orso bruno, tutte in territorio trentino; il Rio delle Foglie, uno straordinario canyon, unico al mondo, le cui stratificazioni rocciose dei piu’ diversi colori e gli innumerevoli fossili di animali preistorici permettono di ‘leggere’ come in un libro aperto la storia geologica della Terra.

In particolare, il Sistema 4 delle Dolomiti Friulane, si estende nelle province di Pordenone e Udine e per un breve tratto anche in quella di Belluno, ha una superficie di 21.461 ettari ed è racchiuso tra il Piave, l’alto corso del Tagliamento, la Val Tramontina e la Val Cellina. Le Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave si presentano come un gruppo piuttosto unitario e compatto, una suggestiva successione di picchi e cime che regala panorami mozzafiato e scenari inaspettati.
Da nord a sud ecco il Cridola (2.581 m), i Monfalconi (Cima Monfalcon 2.548 m) – al cui interno si trova lo spettacolare Campanile di Val Montanaia (2.173 m) – gli Spalti di Toro (Cadin di Toro 2.386 m) e il gruppo Duranno (2.652 m)-Cima Preti (2.706 m).
L’area si contraddistingue per un elevato grado di wilderness. Qui, più che in altri luoghi, è possibile ammirare tutta la potenza della natura con modesti segni di antropizzazione.

​​

dsc0061

TI CONSIGLIAMO

Le ultime attività del Mese

Scialpinismo sul Monte Pramaggiore di Claut, Dolomiti Friulane.
SCIALPINISMO, #scialpinismo #dolomitifriulane #dolomitifun @dolomitifun #alchymya @alchymya,

Scialpinismo sul Monte Pramaggiore di Claut, Dolomiti Friulane.

Renzo Grava

2021-04-04 12:07

Scialpinismo al Monte pramaggiore di Claut, nelle Dolomiti Friulane, tanta fatica per poco sci, questa volta ma una gita che vale tutta la fatica.
claut4

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER


Rimani aggiornato su tutte le novità e su tutti i servizi offerti per vivere al meglio le Dolomiti